Un’altra band sfida i confini delle sciagure globali pubblicando un disco in questo 2020 che puzza di clausura e astinenza dai live. Non si direbbe un habitat ideale per la pubblicazione di un disco, ma in barba a tutto gli L’Oceano Sopra ce l’hanno fatta e ce l’hanno fatta bene! Per gli amanti dei disconi belli struggenti, ma allo stesso tempo belle sonorità pesanti L’Oceano Sopra ci propone Kèreon. Un ep di 5 pezzi con un piede nelle screamo e uno che poggia un po’ più pesante nel territorio hardcore deathwish style.
Ciao ragazzi, innanzi tutto un po’ di presentazioni. Per chi non vi conoscesse già, spiegateci un po’ come nasce il vostro progetto.
Il progetto nasce ufficialmente tra l’estate e l’autunno del 2015, nel modo più classico in cui è nata la maggior parte delle band della nostra generazione, ovvero con un incastro di annunci tra siti internet e sale prova. I primi a incontrarsi sono stati Sté (voce) e Max (chitarra), poi è arrivato Ale, il nostro primo batterista, e per ultimo Dario (basso). Tutti bene o male suonavamo o avevamo già suonato già in altre band di genere più o meno “pesanti”: Sté cantava in un gruppo postcore chiamato QUARANTADUE, Max suona tutt’ora anche negli Eremo, una band math-emo, e negli Inferno 9, band black metal, Dario aveva qualche esperienza in gruppi metal e Ale finché è stato con noi era anche il batterista dei Fractal Reverb, una band grunge-alternative rock. Nei pezzi più vecchi queste influenze bene o male si sentono tutte, anche perché rispecchiavano abbastanza fedelmente i gusti musicali di ognuno di noi.
Questo nuovo release invece come è nato? Può essere considerato un sequel dell’ep precedente? C’è un filo conduttore tra i due release?
Il nuovo release, Kéreon, nasce principalmente dal fatto che volevamo un cambio abbastanza netto rispetto al primo EP, del 2017, di cui per un motivo o per l’altro non eravamo pienamente soddisfatti. Innanzitutto volevamo passare a qualcosa di più pesante, e in quel senso l’arrivo del nuovo batterista, Danny, dal background decisamente più metalcore (è anche il batterista dei Total Recall), è stato il pretesto per aggiungere un po’ di cattiveria a quanto di buono avevamo fatto fin lì. Diciamo che, come gruppi di riferimento, siamo passati dagli At The Drive In ai Converge, e non è proprio un cambio da poco! Però tante cose distintive del nostro percorso come band sono ancora lì ben evidenti, dal cantato particolare (alternando parti urlate ad altre quasi “recitate”) ai tempi dispari con cui tanto si divertono Max, Dario e Danny in fase compositiva… E poi ovviamente la grafica, che è sempre dello studio spagnolo Hop Wear, e non potrebbe essere altrimenti, perché fin da subito ha capito perfettamente qual era lo stile che avevamo in mente, riuscendo a tradurre i nostri testi e atmosfere sonore in immagine in modo meraviglioso.
Milano è città controversa dai mille risvolti. Da quanto viene all’orecchio a noi veneti, Milano ha una scena abbastanza strana. Ce lo confermate? Come vivete la vostra città? Il fatto che sia una grande città è un fattore che aiuta una band del vostro genere?
Innanzitutto, dobbiamo confessare che la maggior parte di noi è milanese d’adozione: Max vive e lavora a Lodi, Dario vive a Milano ma è nato e cresciuto nel Bresciano, e Danny è “l’unico siciliano innamorato di Milano” (parole sue). In sostanza il solo indigeno milanese della band è Sté, e infatti è anche l’unico senza la macchina e ce lo dobbiamo scarrozzare dappertutto… Scherzi a parte, per quel che abbiamo potuto vedere la scena hc milanese negli ultimi anni è abbastanza cambiata, e meno male: fino a qualche anno fa la sensazione è che si trattasse di un circolo abbastanza esclusivo, molto sentito ma altrettanto chiuso. Se avevi la fortuna di farne parte era come una famiglia, ma se ne stavi fuori non riuscivi a capire come entrarci. Il risultato, a livello musicale, è che giravano band molto valide, ma anche altre inascoltabili, che avevano l’unico pregio di essere “nella scena”. Oggi invece, almeno fino a prima della pausa-Covid, sembra non esserci più una “scena” sola, ma tante realtà formate soprattutto dalle stesse band o da chi ci suona. Questo crea un clima sicuramente più entusiasta e meno competitivo, e quindi per le band valide lo spazio non manca. Certo, il problema è sempre convincere la gente a venire ai concerti, soprattutto quando non suonano amici o parenti…
Di certo non si potranno fare grandi previsioni sul futuro in questo periodo, ma avete già in mente come muovere i primi passi appena sarà possibile? Come farete vivere questa nuovo disco?
Va detto che finora, anche a distanza di mesi dalla sua pubblicazione, Kéreon gode ancora di ottima salute! Fin da quando è uscito, a fine marzo, ha continuato a ricevere ottime recensioni, anche da siti stranieri, e la cosa ovviamente ci ha fatto e continua a farci molto piacere. Però una cosa che ci siamo sempre ripetuti è che siamo in una band principalmente per fare due cose: registrare i pezzi composti e, soprattutto, suonarli dal vivo. Quindi, ovviamente, appena potremo la priorità sarà cercare live come se non ci fosse un domani, anche perché la fregatura dell’avere sfornato il nuovo album in piena pandemia è che ci manca tutta quella parte di promozione che faresti suonando in giro. D’altra parte, però l’essere costretti a stare in casa ci ha dato tempo per dedicarci a tutti gli altri aspetti, dalla cura per la realizzazione del CD “fisico” (che dovrebbe essere finalmente pronto a gennaio, co-prodotto da Non Ti Seguo Records e Fresh Outbreak Records) alla lavorazione del videoclip di “Kéreon (La Solitudine del Faro)”, la traccia d’apertura dell’album: anche quello dovrebbe essere finito per la fine dell’anno, ed è fatto in collaborazione con Sea Shepherd Italia, cosa di cui andiamo molto fieri.
Pensate che nell’era postpandemica le cose cambieranno per le band e i collettivi sopravvissuti? Al di là di tutti i casini e i problemi, pensate che questa pausa forzata possa portare anche degli sviluppi positivi o semplicemente “merda sempre e comunque”?
A Milano e dintorni il problema principale è che, con la crisi dello spettacolo dal vivo di qualunque genere, stanno sparendo tantissime delle realtà locali (circoli ARCI ecc.) che prima davano spazio a band e associazioni che volessero organizzare serate musicali meno “mainstream”. Quindi il timore è che, quando tutto ripartirà, si scatenerà una sorta di “guerra tra poveri”, ovvero tra tutte le band alla disperata ricerca di un posto a cui strappare una data. Ma a noi piace vedere il bicchiere mezzo pieno: quando questo casino sarà finito la gente avrà una tale voglia di concerti che organizzerà serate anche nelle cantine condominiali o sul terrazzo di casa, pur di tornare a sfasciarsi le orecchie (e non solo) come ai bei vecchi tempi. E noi di sicuro saremo lì!
Vi ringraziamo per il tempo che ci avete dedicato e speriamo di vedervi sul palco il prima possibile! I vostri fan dove possono rimanere in contatto con voi?
Siccome abbiamo una certa età, usiamo ancora facebook. La nostra pagina è https://www.facebook.com/loceanosopra/, e tutto, date, recensioni e news, passa da lì. È anche il modo più veloce per contattarci, anche se abbiamo anche una mail, loceanosopra@gmail.com. Ovviamente, però, se non l’avete ancora fatto, prima di tutto ascoltate e scaricate Kéreon, il nuovo album de l’Oceano Sopra! Lo trovate qui sulla nostra pagina bandcamp, anche in free download: https://loceanosopra.bandcamp.com/album/k-reon. Enjoy!