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Il Mare di Ross

Ciao ragazzi, è un piacere tornare a parlare di voi!

Il Mare di Ross è una band ormai non più novizia, il nome si sente girare da un po’, ma per chi non vi conoscesse chi siete?

Ciao ragazzi, il piacere è davvero tutto nostro. Tornare a scambiare due chiacchiere dopo tanto tempo è bello. Presenterei il gruppo dicendo che Il Mare di Ross è una band emo/screamo proveniente dalla Sardegna attiva (in maniera più o meno atipica) dal 2012/2013 circa e che tra YouTube, Bandcamp e Spotify chi vuole potrà trovare ed ascoltare i nostri lavori, tra cui “Controvento”, singolo uscito qualche settimana fa.

Dopo una pausa di ben 4 anni siete tornati con un nuovo singolo. Fa sempre piacere vedere belle realtà che anche a distanza di tempo non mollano e tornano in studio a mettere nero su bianco le cose. Cosa vi ha portato di nuovo assieme? La pausa non era destinata a diventare uno stop definitivo già da subito giusto?

Il nostro ultimo live, prima del ritorno in occasione dello Strikedown Fest 2020, risale al 2016. Successivamente abbiamo avuto, tanto per cambiare, dei cambi di line-up che hanno condizionato la nostra attività, sia in fase di composizione che per quanto riguarda il suonare dal vivo. Poco fa ho detto appunto che il nostro percorso ha avuto un andamento atipico proprio a causa dei vari stop’n’go che abbiamo dovuto, volenti o nolenti, attraversare. Forse proprio la discontinuità ci ha un po’ demotivato nell’ultimo periodo così che nel 2016 abbiamo deciso di prenderci una pausa e concentrarci su altro senza però dimenticarci del progetto de Il Mare di Ross. Della prima formazione, ad esempio, ormai resto solo io (Francesco) ma nel corso degli anni, più precisamente dal 2016, sia Marco (al basso) che Giacomo (alla batteria) sono entrati in pianta stambile riuscendo così, insieme, a formare una base concreta e sicura del gruppo. La chitarra, da quando Alberto (il chitarrista fondatore con me) ha dovuto abbandonare il progetto per motivi lavorativi (vive e lavora a Londra ed inoltre da anni ha avviato un progetto tutto suo “Android Apartment” che vi consiglio caldamente di ascoltare), è sempre stata la nostra croce sino a quando non è entrato Luca nel gruppo. Una sera io e Marco ci siamo detti “perché non chiediamo a Luca di suonare con noi?”essendo già ottimi amici e apprezzando molto il suo modo di suonare; lui ha accettato ed in sala è scattata quell’intesa che ci ha riaccesso gli animi. Luca, olte che essere un bravissimo chitarrista, ha davvero ottimo gusto e tante idee che si sposano alla grande con quello che abbiamo cercato fortemente negli anni. A concludere il tutto è entrato poco dopo Marco Camarda come secondo chitarrista (già cantante nei Regrowth – andate ad ascoltare subito anche loro!) con il quale vi era reciproca stima e rispetto sia a livello musicale sia a livello umano. Abbiamo ripreso ad andare in sala e a comporre. Ci siamo poi fermarti qualche mese a causa dell’Erasmus all’estero di Luca, ma nel mentre abbiamo continuato a distanza sino a tornare sul palco a Febbraio.

Dopo questo nuovo pezzo bello peso, possiamo sperare anche in un nuovo album?

Sì assolutamente, attualmente stiamo proprio lavorando a del nuovo materiale che non sappiamo bene ancora se uscirà come album oppure se cercare delle collaborazioni attraverso qualche split. Quel che è certo è che registreremo qualcosa che sarà più di un singolo. Il pezzo è nato da alcuni riff che Luca aveva composto in quarantena. Questi sono stati poi rigirati da Marco a Lorenzo Mariani di Overcore Studio che ci ha immediatamente spronati e successivamente seguito in tutte le fasi del singolo. Lore dal nulla ci fa “ragazzi vi ho messo una linea di batteria guida, il pezzo suona veramente bene, che dite lo registriamo?!”; e così molto spontaneamente abbiamo preso sul serio la cosa. Ci teniamo a ringraziarlo ancora per il grande lavoro che ci ha fatto, un lavoro professionale, a 360 gradi ma che ci ha fatto divertire da matti e riscoprire il piacere di entrare in studio, cosa che avevamo un po’ perso. One Pint Productions (Marco e Matteo che ringraziamo ancora) hanno poi creato un video musicale che rispecchia al 100% l’atmosfera che volevamo ricreare con l’ascolto del pezzo. Le riprese sono state interamente filmate da loro e montate con dicotomie, metafore e simulitudini tra testo e immagini.


Suonare in Italia non è mai stata cosa facile negli ultimi tempi, non mancano le belle situazioni ma è inevitabile constatare anche molte difficoltà pratiche nel proporre un certo tipo di musica. Per voi che provenite da un’isola, qual’è stata la vostra esperienza negli anni?

Sì sono d’accordo; ti dirò la nostra proposta musicale fortunatamente non ci ha mai penalizzati, anzi ci siamo ritrovati in contesti lontani dallo screamo ma che fanno comunque parte del nostro background e di un underground in cui hardcore, punk, metal, emo ecc. sono sempre esistiti e coesistiti e credo che proprio il vivere in un’isola in mezzo al mare che, da un lato ci penalizza nei movimenti, dall’altro ci ha uniti come un insieme di realtà musicali. Diciamo che le difficoltà maggiori nel nostro caso derivano dagli spostamenti.

Isolani ma non isolati si potrebbe dire. In barba alla distanza, prima del fatidico lockdown abbiamo sentito molto parlare dello Strikedown Festival, una realtà che potrebbe essere una delle realtà più interessante del panorama italiano non tanto per infinite line-up o nomi blasonati ma per lo spirito in cui nasce, per la passione e per i motivi che hanno riunito ancora una volta gente da tutta italia sotto un unico palco in Sardegna. Chi meglio di voi può parlarci di questa realtà.

Abbiamo avuto il piacere di suonare alla prima edizione nel 2013 e in quest’ultima. Lo Strikedown sin da subito ha unito la Sardegna con il resto dell’Italia, ricordo che al primo fest vi erano gli Hierophant e i Chambers (giusto per citarne due), affermandosi così come un evento non relativo solo alle realtà isolane e penso che sia stata questa formula a permettere l’ottima riuscità delle seguenti edizioni. Edizioni che hanno portato sul palco Slander, Gold Kids, Runes, Tsubo, Strenght Approach, Daggers, Dufresne, Dead Swans (e quindi non solo band nazionali ma anche internazionali) senza dimenticare tutte le concrete e ottime realtà nostrane. La seconda edizione è stata dedicata a Carlo; tutte e dico davvero tutte le persone che sono entrate in contatto negli anni con lui hanno reso possibile la realizzazione dell’evento. Ci siamo uniti, ci siamo sentiti sempre più uniti e tuttora collaboriamo per mandare avanti la musica che ci piace e quello in cui crediamo qui in Sardegna.

Grazie  per la chiacchierata e per l’interesse. 

Un abbraccio enorme,

Il mare di Ross. 

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