FULL HC

Siamo felici di collaborare con band, collettivi, artisti e tutte le belle realtà con la passione per le cose che nascono dal basso. Vuoi proporci qualche progetto? Sentiamoci :)

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Eddie Bunker

Un altro episodio di Full Hc in territorio vicentino, perché si, c’è molta carne al fuoco. Questa volta sotto la lente di ingrandimento abbiamo una band anagraficamente più matura con una formazione di facce già viste. Componenti provenienti da altre band che forse hanno trovato in questo nuovo progetto la loro esperienza più strutturata. I ragazzi con cui abbiamo il piacere di scambiare due chiacchiere questa volta sono i mitici Eddie Bunker!

Innanzitutto un po’ di presentazioni, il vostro è un progetto relativamente recente. Spiegateci un po’ da dove arrivate e come è nata la band.

La band nasce nell’estate del 2017 da un’illuminazione di Alberto, Jacopo e Francesco (rispettivamente chitarre e basso), in seguito ad una brusca interruzione del loro progetto di matrice mathcore. La chiamiamo illuminazione perché la voglia di ripartire era tanta e l’idea ha permesso a tutti noi di incanalare le esperienze dei progetti precedenti negli attuali EDDIE BUNKER. Volevamo creare della musica meno regolata dalle etichette di genere, che ci facesse sentire liberi di sperimentare qualsiasi cosa ci passasse per la testa.

Arrivando da progetti differenti militanti in vari sottogeneri dell’hc – domanda forse per addetti ai lavori – è stato difficile unire i vari stili che mettevate sul piatto? Come siete arrivati a questo sound?

Avevamo un’idea generica del sound che volevamo. Dopo un periodo di sperimentazione e ricerca abbiamo capito il mood migliore per fare uscire tutto quello che volevamo e avevamo da dire. Il sound delle chitarre (Jacopo ed Alberto) che desideravamo era violento, ma allo stesso tempo chiaro e tagliente, doveva conservare il crunch naturale delle chitarre (suoniamo solo in canali puliti e la “botta” viene data da un boost in entrata), abbiamo iniziato anche ad utilizzare i delay per tagliare l’aria con stacchi psichedelici degni della colonna sonora di un thriller. Il basso di Francesco rispetto ai progetti precedenti ha un ruolo ancora più importante, ha il compito di completare le chitarre spingendo il tutto ancor più all’estremo! Marco alla batteria ha portato una brezza di freschezza aumentando il groove con un approccio più sciolto. La grande novità, oltre ad essere il nostro punto di forza, è stata la scelta dei testi in italiano uniti alla voce potente di Michele.

Spiazzateci un po’ con i vostri ascolti di questo periodo di otium forzato.

In Questo periodo abbiamo creato una Playlist su Spotify che racchiude, oltre ai nostri gusti musicali, le band che più hanno influenzato il nostro progetto ( Alice In Chains, Converge, Every Time I Die, Il Teatro Degli Orrori, Kyuss, The Mars Volta, Mastodon, Norma Jean, Slayer, Tool, Dillinger Escape Plan ecc)

Nei mesi scorsi avete girato parecchio facendo un bel po’ di kilometri, siete stati su bei palchi e avete potuto mettere un piede in realtà differenti. Quali sono state le situazioni e le cosiddette “scene” che vi ha fatto più piacere conoscere?

Come hai giustamente messo tra virgolette, la parola scena é un’ utopia dei sottogeneri e delle band emergenti che vogliamo lasciare ai “vecchi” che hanno avuto la possibilità di viversela. Tutte le realtà che abbiamo avuto il piacere di conoscere, ci hanno regalato a modo loro esperienze che non dimenticheremo mai, come condividere palchi con band validissime, ci hanno ospitati a dormire, abbiamo sparato cazzate in dialetto veneto, ci hanno fatto mangiare e bere un sacco e soprattutto fumare dentro a posti insoliti.

Non si può fare a meno di notare la cura che avete anche nell’ambito comunicazione, social e immagine. Quanto conta per voi questo aspetto nella buona gestione di una band? Come la gestite?

Ormai i social sono la principale fonte di comunicazione. Più che tenere molto alla cura della pagina social noi come band abbiamo un solo scopo: fare arrivare il messaggio in un modo giusto e chiaro. Questa sorta di preoccupazione ha fatto si che gli Eddie Bunker non fossero più una band, ma una vera e propria Crew. Quindi la cura di questi aspetti è data dalla collaborazione con Giacomo Dal Ben che, oltre a gestire i social, riesce a seguirci in tutte le situazioni diventando un’ulteriore testa pensante.

A inizio stagione siete entrati in scivolata con un un nuovo pezzone bello cicciotto che ci è piaciuto davvero una cifra. Il singolo è ancora fresco, ma sappiamo che la quarantena per voi non è stato un momento di relax. Cosa sta bollendo in pentola?

Il nostro obiettivo è realizzare un full length. Non diremo che sarà più bello o più impegnato del disco precedente perché questo starà a voi dirlo! Possiamo solo dire che ci sta piacendo moltissimo quello che sta uscendo.

Vista la situazione del blocco dei concerti, avete già pensato qualcosa per portare fuori il nuovo materiale? Richiederete il bonus una tantum “birre scrause da backstage” per le date perse questo periodo?

Come sottolineiamo sempre tra di noi, la voglia di suonare e fare live é tanta, ma in questo periodo la sfrutteremo per portare a termine il nuovo album, aspettando di tornare il prima possibile a fare un sacco di live.

Domanda finale free sfogo. Vita, lavoro, impegni e quant’altro: come riuscite a far conciliare l’impegno della band con tutti i disagi del quotidiano?

Domanda semplice questa. PASSIONE

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