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Decacy

Siamo in terra vicentina e qui si sa, le band di qualità non mancano. Non serve spiegare chearia si respirasse qualche anno fa in zona Vicenza, un sacco di live e un’attitudine da paura che movimentava le serate a suon di stage diving.

C’è però un nuovo progetto che anche oggi ci ha fatto saltare sulla sedia: i Decacy.

Band giovanissima che vediamo sui nostri palchi già da un po’ e ci propone uno screamo bello teso, onesto e sentito. Le linee melodiche che sembrano arrivare dall’emo, quello bello, spingono fortissimo vanno veloci e si incazzano. Li abbiamo contattati per farveli conoscere un po’ più da vicino.

Ciao Ragazzi! Per prima cosa, spiegateci un po’ come nascono i Decacy, siete molto giovani ma è già da un po’ che vi vediamo girare per i concerti.
Bella. Innanzitutto i Decacy sono Alberto, Carlo e Alessandro, un’amicizia prima di un progetto musicali. Ci conosciamo da molti anni e abbiamo iniziato ad appassionarci insieme alla musica: il gruppo è nato come naturale proseguimento di questo percorso. Inizialmente avevamo un’altro batterista (ciao Vincenzo), ma da fine 2017 siamo tornati in pianta stabile noi tre.

Ciao Ragazzi! Per prima cosa, spiegateci un po’ come nascono i Decacy, siete molto giovani ma è già da un po’ che vi vediamo girare per i concerti.
Bella. Innanzitutto i Decacy sono Alberto, Carlo e Alessandro, un’amicizia prima di un progetto musicali. Ci conosciamo da molti anni e abbiamo iniziato ad appassionarci insieme alla musica: il gruppo è nato come naturale proseguimento di questo percorso. Inizialmente avevamo un’altro batterista (ciao Vincenzo), ma da fine 2017 siamo tornati in pianta stabile noi tre.

“Non cambierà” è il vostro ultimissimo EP, raccontateci un po’ come è a nato, e come mai la scelta di cantare in italiano?
Questo è quello che consideriamo essere il nostro primo progetto serio.
Prima avevamo registrato un demo e un’altro pezzo in maniera estremamente low quality: era hardcore punk veloce e abrasivo, cantato in inglese.
Ad un certo punto ci siamo resi conto che questo stile non ci apparteneva più e che sentivamo esigenze nuove: così abbiamo deciso di provare a scrivere roba diversa, integrando quegli elementi caratteristici del punk con uno stile più melodico ed emozionale, ispirato all’all’hardcore emotivo.
Abbiamo scelto di cantare in italiano perchè è la lingua che conosciamo meglio e che sentiamo più adatta per esprimerci.

Sappiamo che nelle vostre playlist c’è parecchia roba buona, vi dedicate anche ad ascolti non scontati.. Quali sono le band che hanno formato più il vostro sound?
Abbiamo tutti ascolti diversi e non pensiamo a raggiungere un riferimento preciso quando scriviamo, ma i gruppi che citiamo più spesso quando ci viene fatta una domanda del genere sono sicuramente i primi Raein, La Quiete, Neil Perry, Kodan Armada e iwrotehaikusaboutcannibalisminyouryearbook. Principalmente lo screamo di matrice europea e americana uscito a cavallo tra gli anni 90′ e 00′.

Visto che ci stiamo avvicinando alla fine del lockdown, come avete affrontato questo periodo di reclusione? L’avete sfruttato per scrivere materiale o vi siete presi del meritato riposo? Viste le normative che bloccano ancora i live per un po’ cosa avete in mente per i prossimi mesi?
Il lockdown è stata una bella batosta, sopratutto dal momento che eravamo riusciti ad organizzare un minitour e chiudere diverse date nel nord italia, un traguardo minimo ma per cui eravamo veramente soddisfatti.
Al momento, pigrizia cronica permettendo, stiamo provando a fare delle preproduzioni a distanza, in modo da iniziare un lavoro sulle canzoni nuove, per tenerci allenati e non sentirci totalmente disorientati una volta che potremmo tornare nel garage della nonna a fare le prove.
Ovviamente, suonare sarà una delle nostre priorità una volta che le restrizioni si saranno allentate.

Ad Aprile sareste dovuti andare in tour con gli Amalia Bloom. Ci sarà il modo di recuperare le date perse? ne avete altre in programma?
Lo speriamo vivamente, eravamo molto contenti di fare questo giretto insieme agli Amalia Bloom, che sono prima di tutto nostri grandi amici e fratelli (letteralmente).
Oltre a questo tour sono saltate altre date sparse che avevamo fissato in primavera. Appena questa situazione maledetta si risolverà ci metteremo sotto per recuperarle tutte e trovarne delle altre.

Cosa ne pensate della situazione musicale italiana? Ci sono band della zona e non che vi sentite di consigliare?
Crediamo che ci siano diverse realtà musicali interessanti sulla penisola.
I nostri gruppi preferiti tra i “nuovi” sono sicuramente One Dying Wish, Radura, Flowers&Shelters, Mother, Almenoseimetridaterra, più i già citati Amalia Bloom e altri gruppi già affermati come Shizune, Regarde, Ojne, Riviera ecc
Crediamo fermamente nei rapporti che si creano in queste situazioni, che negli anni ci hanno permesso di farci molti amici e che consenteno di stabilire delle connessioni tra le varie scene locali.
In particolare vorremmo fare uno shout out a Life Is Strage, un nuovo collettivo vicentino di cui facciamo parte, che mira a portare insieme generi diversi organizzando eventi in favore di cause ambientali, sempre seguendo un’etica DIY.

Come ultima, raccontateci una situazione particolare in cui vi siete trovati a suonare.
Abbiamo appena iniziato a muoverci un minimo grazie alla prima patente presa e ci auguriamo di incrociare parecchie situazioni del genere in futuro, ma per adesso citerei quella volta in cui abbiamo suonato ad un diciottesimo.

Grazie a FullHc di averci dedicato questo spazio e grazie a voi per averci dedicato un paio di minuti del vostro tempo.

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